Mese: agosto 2015

Bologna-Sicilia, andata e ritorno. 2ª puntata (La scoperta della “piccola grande Italia”)

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Miei cari spiraglietti e spiragliotti, innanzitutto…benvenuti! Il video che avete appena visto è la presentazione del nostro viaggio. Non c’è molto da aggiungere…se non, forse, il fatto che da quel luogo così bello non ce ne saremmo più andati…

…dato che ho esordito con quei due aggettivi…forse qualcuno si chiederà qual è la differenza tra spiraglietti e spiragliotti. Umh…vediamo: lo spiraglietto potrebbe essere un tipo di lettore accorto, che osserva attentamente ogni parola e coglie qualsiasi sfumatura del lessico spiragliesco, mentre lo spiragliotto mi fa pensare ad un lettore più bonaccione, di poche ma garbate pretese e… no, dai, scherzo, non so quale sia la differenza! Comunque sia, che tu sia spiraglietto o spiragliotto poco importa: se sei qui, fai già parte del nostro viaggio! 

Ricapitolando, siamo partiti da Bologna e siamo diretti in Sicilia. La “regola n.1” (e cioè mai prendere l’autostrada) è stata per ora rispettata: come da programma abbiamo visto cambiare gradualmente climi, vegetazione, architettura, accenti, abitudini culinarie, paesaggi e chi più ne ha più ne metta. È nata, inoltre, la “regola n.2”, che consiste nel dedicarci tutti i giorni a raccogliere frutta per strada. La raccogliamo ai margini delle strada (scegliendo luoghi in cui non c’è molto traffico), ma anche lungo i fiumi, nei boschi…e ci stiamo veramente stupendo della quantità di frutta che troviamo…

Abbiamo scelto di fare solo strade secondarie, in genere di campagna e di prediligere i piccoli paesi ai grandi centri abitati. Da Bologna siamo andati a Carrara (la mia città) passando per un curioso itinerario sugli Appennini e passando il valico in prossimità del suggestivo Passo del Cerreto. Dopo una pausa di tre giorni in compagnia della mia famiglia, è iniziato il viaggio vero e proprio. Ma, in effetti, anche se ci siamo rilassati un po’, pure la città dei marmi è stata una tappa del viaggio, una meravigliosa tappa, aggiungerei… dato che la Riviera Apuana ed i suoi dintorni, sono ricchi di bellezze da visitare. Questo video, ad esempio, ritrae il pomeriggio in cui siamo andati alla spiaggia di Punta Bianca, subito dopo il confine tra Toscana e Liguria.

Il viaggio è poi ripreso, direzione sud, con tappa a Volterra, bagno di notte alle terme di Saturnia e notte passata a casa di Paolo, un amico, maestro di chitarra e valoroso musicista. Abbiamo poi proseguito per il Lago di Bolsena, passando prima dalla splendida Pitigliano e dormito a Viterbo, dove abbiamo scoperto con stupore (non lo conoscevo!) uno splendido centro storico. Ci siamo poi mossi verso l’Abruzzo ed abbiamo alloggiato nella piccola  Villavallelonga (Aq), in cui….sorpresa! Ci è giunta voce che nella zona era presente un esemplare di Orso marsicano. Che fare quindi?

Ok…ma l’avremo trovato l’orso? La risposta è…si. Proprio quando ci stavo per rinunciare Laura mi dice…guarda un po’ là…sulla sinistra…

orso marsicano 2

Un po’ sfocata…ha fatto la sua comparsa la Orsa (è una femmina) che pare rispondere al nome di Yoga (così, almeno, ci hanno riferito dei bambini del posto…ma non so stabilire con esattezza se ci stessero dando un’informazione o prendendo in giro…) Comunque, Yoga o no…eccola quando si è avvicinata…in tutta la sua  tenerezza!

orso marsicano 3

Dopo questo incontro ravvicinato il viaggio è proseguito con un lungo viaggio in moto nel Parco Nazionale d’Abruzzo, arrampicandoci fino a Pescasseroli e poi proseguendo verso il Molise, per fermarci in un piccolo B&B in mezzo alla natura nel paese di Ferrazzano (Cb). Il giorno dopo, macinato un bel po’ di cammino, ci siamo diretti a visitare l’incredibile Castel del Monte, vicino ad Andria, per poi riunirci con due nostri amici, che ci hanno ospitato in Basilicata, a Pisticci (Mt). L’ultima tappa di questa prima parte del viaggio è stata Montalbano Jonico (Mt), che è tra l’altro il paese in cui abbiamo girato il video iniziale.

Il titolo Piccola grande Italia è ispirato al nome della campagna di Legambiente sui piccoli centri del nostro paese. Come cita il sito “È un’Italia dove vivono 10 milioni e mezzo di cittadini e che rappresenta oltre il 55% del territorio nazionale, fatto di zone di pregio naturalistico, parchi ed aree protette”. Io aggiungerei che l’Italia dei paesi è quella in cui ci si saluta per strada, si lascia ancora la porta di casa aperta, si gioca a carte nei bar e si conservano le tradizioni. E poi, ultimo, ma non per importanza: si sorride! Ho visto più sorrisi in pochi giorni di viaggio che in un mese in città.

Tra le esperienze spettacolari, c’è stata quella di Craco: un paese fantasma. Pare che questo sfortunato ma affascinante centro sia stato vittima, rispettivamente, di una frana prima, un’alluvione poi e, dulcis in fundo, un terremoto. Completamente disabitato, è stato set di vari film, tra cui La passione di Cristo di Mel Gibson Cristo si è fermato a Eboli di Francesco Rosi. È stata una vera fortuna passarci e condividiamo con voi il video che abbiamo girato…

Il programma per i prossimi giorni è vedere ancora un po’ di questa bellissima regione, la Basilicata, ed andare a Castelmezzano per fare il Volo dell’Angelo…una meravigliosa esperienza che…vi racconteremo a breve! Ed ora… foto!

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Qui siamo a Carrara. Ecco a voi il Mosè (ovviamente di marmo), di fronte al duomo…

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…macchina (ovviamente pure questa di marmo), Laura e scritta “Carrara si ribella”…

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…Volterra (Gr)

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…concerto dell’amico Paolo Mari a Saturnia (Gr)

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…la bellissima Pitigliano (Gr)

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…parte la raccolta della frutta per strada!

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…Castel del Monte, dimora di Federico II di Svevia, luogo di affasinanti misteri…

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…Matera ed i suoi sassi…

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…cavallo nel paese fantasma di Craco

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…e noi pronti a ripartire. Arrivederci alla terza puntata di quest’avventura.

 

Altri post su questo viaggio:

Primo episodio: Lascia un pezzettino di te nel nostro viaggio

Terzo: Voli di angeli e antichi megaliti

Quarto: L’Etna e la sconfitta di Cronos

Quinto: Viaggiare è un po’ morire per poi rinascere

Sesto : Come risparmiare quando si viaggia raccogliendo frutta per strada

 

Bologna-Sicilia, andata e ritorno. 1ª puntata (Lascia un pezzettino di te nel nostro viaggio)

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Laura piume magiche

Cari amici,

qui inizia il racconto di un viaggio. La grande piuma che vedete nella foto è l’unione di tante piume, c’è quella di un Condor, quella di una Guacamaya (un bellissimo pappagallo) e tante altre. Ogni uccello ha le sue proprietà ed i suoi simboli. Il condor, alimentandosi di cadaveri, si collega in qualche modo alla trasformazione, la purificazione, prendere ciò che è tossico da questo mondo e trasmutarlo ad un altro livello. Mi sembra che questa piuma…simbolo indigeno, qua ritratta sul mio balcone di Bologna, arrivata da oltreoceano proprio qui…sia un bellissimo simbolo per iniziare il viaggio, l’unione di due continenti, la compenetrazione di due culture, il viaggio che anch’esso può essere (e sarà!) esperienza di trasformazione e cambiamento.

Stavolta niente aerei, niente viaggio oltreoceano, stavolta sarà un viaggio per il nostro “stivale”…un viaggio On the road, come avrebbe detto Jack Kerouac, andremo alla scoperta del bel paese, a piccole tappe…forse anche alla scoperta di noi stessi…viaggiare è sempre un’esperienza a doppio senso: conosci i luoghi che visiti mentre conosci te stesso…essere fuori di casa ti permette di vederti sotto una prospettiva diversa. Vediamo se succederà anche stavolta…ma facciamo un passo indietro.

Intanto, ho il piacere di comunicarvi che Laura, la mia compagna (colombiana) è arrivata dopo un lungo viaggio in aereo la sera del 12 agosto. Dopo qualche giorno per finire di organizzare il tutto, siamo ora pronti per partire!

Ci dirigeremo verso la Sicilia a piccole tappe, visitando paesi e zone con un grande valore storico e paesaggistico. Ci muoveremo a cavallo della mia moto (…Maria!) e lo faremo senza mai prendere l’autostrada. 

Come mai proprio senza autostrada? Innanzitutto perché è più bello: fai le curve, ti godi il paesaggio e ti fermi quando vuoi…ma non solo. Quando viaggi in aereo, ma anche in treno, ti ritrovi sbalzato da un paese all’altro, da una regione ad un’altra. Lasci un posto che ha un determinato paesaggio, cultura, accento…e quando scendi tutto è cambiato. 

Lungo la strada, invece, soprattutto se questa è una lunghissima provinciale che percorri senza fretta, tutto cambia gradualmente. A poco a poco si trasforma il paesaggio, la vegetazione, gli accenti e, in certi casi pure…la qualità dell’asfalto! In questo modo non vedi la natura e la cultura mutare drasticamente, bensì vedi piccoli cambiamenti, percepisci come tutto si unisca fondendosi gradualmente.

Insomma, siamo in partenza. Cosa succederà a un italiano e a una colombiana, a cavalcioni di una moto, diretti verso il mezzogiorno del bel paese? Lo scopriremo insieme! Proprio per questo ho chiamato il post Lascia un pezzettino di te nel nostro viaggio: se ti trovi qui, a leggere, ti stai già preparando, in qualche modo, a viaggiare con noi.

Ovviamente nello spirito di scambio che ha sempre contraddistinto i miei viaggi (…ma anche la vita di tutti i giorni!)… sono ben accetti aiuti e incontri durante il cammino. C’è chi ci ha offerto un giaciglio dove riposare dopo ore e ore di asfalto… chi ci ha proposto di incontrarci…fare magari un pezzetto di viaggio insieme. Sono ben accetti anche suggerimenti su posti da visitare o qualsiasi altro consiglio che possa arricchire questa esperienza. Ben accetto bersi un bel calice di vino rosso e farsi due risate insieme…  ovviamente mettiamo a disposizione in forma di scambio la musica, lo yoga e la meditazione…credo che Laura abbia anche tanto da raccontare sulla cultura ancestrale, indigena, del suo paese…una cultura che, a mio modo di vedere, è affascinante e che io sento molto vicina al mio modo di percepire il mondo.

Questo è il terzo viaggio che faccio verso sud. Grazie alla musica ho avuto modo di girare in lungo e in largo il bel paese. Mi è capitato a volte di percorrere centinaia e centinaia di chilometri per andare a suonare in quel teatro, in quel pub, in quella festa…e rimanevo sempre affascinato nello scoprire quanti paesi, quante vallate, quante meraviglie ci sono in Italia, delle quali neanche sospettavo l’esistenza. E mi ripromettevo di tornare a viaggiare, per poterle scoprire con calma. Questo viaggio sarà un’occasione per farlo, per conoscere e raccontare, qui su Spiragli di luce. In più sento che sarà un’occasione speciale, perché ho una speciale compagna di viaggio.

Arrivederci al prossimo Spiraglio.

p.s. gli animali a volte ci mettono di fronte al mistero. Come ho trovato in questo articolo, i Condor riescono ad individuare un animale morto da 60 chilometri di distanza. La scienza ancora non spiega come ciò sia possibile. Ovviamente potrebbe essere dovuto ad una vista straordinaria…ma veramente si può vedere attraverso i globi oculari così lontano ed al punto da distinguere un animale morto da uno vivo? Forse si, o forse questi straordinari volatili fanno ricorso a qualche capacità energetica a noi ancora ignota. Voglio che questo senso di ignoto, e di scoperta…accompagni questo viaggio. Grazie per essere passati di qui ed appuntamento alle prossime puntate.

 

Altri post su questo viaggio:

Secondo: Alla scoperta della “piccola grande Italia”…

Terzo: Voli di angeli e antichi megaliti

Quarto: L’Etna e la sconfitta di Cronos

Quinto: Viaggiare è un po’ morire per poi rinascere

Sesto : Come risparmiare quando si viaggia raccogliendo frutta per strada

 

Come passare dalla scarsità all’abbondanza

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come attirare l'abbondanza

Cari amici,

mi sono così divertito a scrivere il post sulla Legge dell’attrazione” che ho pensato di fare una sorta di seguito. 

Abbiamo detto la volta scorsa che la realtà che ci circonda non è separata da noi, che nel mondo esterno troviamo ciò che si trova nel nostro mondo interno. Per produrre un cambio “fuori”, bisogna provocare un cambio “dentro”. Se vuoi cambiare il mondo, dicevano Socrate, Gandhi e molti altri, cambia prima te stesso. Sembrerebbe un gioco da ragazzi, vero? Cambio questo benedetto “me stesso” e cambia quello che mi circonda, il ragionamento fila. Però….c’è un però.

Infatti, sei veramente sicuro di conoscere te stesso? 

Tutti abbiamo un’idea di chi siamo, ma se iniziamo a scavare più a fondo, nei nostri ricordi, pensieri, emozioni…siamo così sicuri di conoscerci? Fin da bambini veniamo bombardati da stimoli che influenzano il nostro carattere: famigliari, amici, conoscenti, la società stessa, danno forma ai nostri gusti e preferenze influenzando l’idea che abbiamo di noi stessi. 

Prova ad osservare i vestiti che hai indosso: immagino tu li abbia scelti perché ti piacciono. Quindi, forse, sei convinto che questa scelta sia tuasolo tua e che nessun altro abbia influito in essa. Permettimi però di porti una domanda: se fossi nato in Congo o in Indonesia, avresti scelto gli stessi vestiti o altri più adatti alla moda di quei paesi? Guardando le foto del secolo scorso ci sembra assurdo che le persone si vestissero cosí, eppure, per loro era normale. Anche il concetto di magrezza e di grassezza cambia nel tempo. Navigando in rete ho trovato un interessante articolo in cui la Dott. Valeria Luongo (antropologa) afferma: “dalla fine del secondo dopoguerra in Occidente, si è sviluppata e fortemente radicata un’ossessione sul peso corporeo”: mentre in passato “grasso era bello” oggi è il contrario: “magro è bello”. Potrei fare altri mille esempi, ma spero che il messaggio inizi ad essere chiaro: le idee che consideriamo “nostre” sono spesso qualcosa che, a mo di spugna, abbiamo assorbito dall’esterno e la stessa idea che abbiamo di noi può non corrispondere alla realtà più pura del nostro essere.

Quindi, se per cambiare la realtà circostante devi cambiare tu per primo, ma non sai ancora bene chi sei, hai bisogno di fare esattamente quello che suggeriva la scritta nel tempio di Apollo a Delfi: conoscere te stesso. L’argomento è talmente vasto che non basterebbe un libro intero, figuriamoci riassumerlo in un solo post! Pensando e ripensando, però, mi è arrivata l’intuizione di riordinare le idee di base in cinque gruppi, cinque piccoli grandi consigli per conoscerci meglio: 

Abbandonare le auto-definizioni

Le parole hanno potere. Quando dici una frase come “io sono timido” stai auto determinando il tuo comportamento nel futuro. Dicendo sono timido ti stai predisponendo, quando ti troverai in compagnia, a comportarti in modo coerente con la definizione che hai dato di te (questo “te” che non non necessariamente conosci così bene come credi). Fino a ieri ti sei comportato da timido, ma non è detto che oggi tu non possa essere diverso. Dentro di te c’è già il potere necessario per cambiare. Diceva il maestro Echart Tolle: “non dire sono arrabbiato,  piuttosto c’è rabbia in me. E poi osservati”. [1]

Abbandonare il passato

Il passato è un contenitore da cui estraiamo informazioni sulla nostra identità. Lo puoi pensare come uno zaino che ti porti appresso e che apri di continuo per estrarre informazioni su chi pensi di essere, su come ti devi comportare, etc. In questo senso il passato determina ciò che siamo e produce resistenza al cambiamento. Nelle situazioni che viviamo, tendiamo a comportarci non vivendo il presente, bensì secondo uno schema di comportamento che abbiamo appreso e che riproduciamo  senza rendercene conto. Se provi ad osservarti in una di queste situazioni, potresti accorgerti che c’è una specie di “automatismo in te” che ti spinge a dire quella frase o a comportarti in quel modo. Ma sei sicuro che tu debba comportarti cosí? O quel comportamento corrisponde solo a ció che sei stato fino ad oggi? 

Mettere da parte l’ambiente circostante

L’ambiente in cui viviamo influenza il nostro modo di vedere, pensare e sentire: le esperienze del passato creano in noi un particolare stato energetico che influenza quelle presenti, creando un circolo vizioso. Per andare oltre, dobbiamo trascendere l’ambiente che ci circonda, andare al di là di esso. Dice lo scrittore Joe Dispenza, che i personaggi che hanno prodotto grandi cambiamenti nella storia, vivevano trascendendo la realtà che li circondava, come se i loro sogni fossero già realizzati. E` il caso di Gandhi, che nel momento in cui l’India era oppressa dalla Gran Bretagna proseguiva imperterrito con la sua lotta e con la non-violenza, vivendo appunto come se il suo sogno fosse già realizzato. [2]

Non giudicare

Ogni giudizio è una catena che ti lega al passato e al tempo stesso un limite: un limite perché quando giudico sto delimitando, dicendo questa cosa è “così”, perdendo la possibilità di cogliere aspetti che non conosco e stupirmi. É legato al passato perché il giudizio si basa sull’esperienza, sul vissuto di ognuno di noi. Inoltre anche il giudizio ha una componente automatica: è un interruttore che scatta per conservare l’esistente. Ti è mai capitato di avere un’idea, provare a spiegarla e vedere che gli altri ti rispondono “no” senza neanche ascoltarti? I “no” rappresentano spesso un meccanismo di difesa, una resistenza al cambiamento. Se ti va di dare un’occhiata, ecco uno Spiraglio sul giudicare.

Lasciati stupire

A volte le cose non accadono perché non le lasciamo accadere. Sono andato in Sud America vivendo un primo mese talmente brutto da spingermi a scrivere un post che si chiama L’oscurità. Nel momento in cui ho permesso alle cose di fluire, di accadere (e di giudicarle) tutto è cambiato: lo racconto in un altro post che si chiama La luce. Se sei troppo concentrato su quello che non va, non vedrai un regalo che ti viene fatto anche se te lo trovi davanti agli occhi. Esempio: lessi un giorno, entusiasta, che in alcuni comuni regalano la terra a giovani che decidono di aprire attività agricole; poi diedi un’occhiata ai commenti sottostanti: la maggior parte delle persone, anziché rallegrarsi della buona notizia, si lamentava di cose che non c’entravano niente, uno addirittura scriveva che in Italia per vendere una macchina devi pagare questa e quella tassa, mentre in altri paesi è tutto libero. Credo che queste persone fossero così immedesimate nel loro sconforto da non riuscire ad accorgersi di trovarsi di fronte ad un’opportunità. E tu? Vuoi fare come loro…o… preferisci lasciarti stupire?

Ecco finiti i cinque punti. So che a prima vista può sembrare che non ho svelato come far arrivare la tanto anelata abbondanza, ma non è così. Infatti, la via per il cambiamento è proprio conoscersi. Prima di pensare a realizzare i nostri sogni, dobbiamo conoscere colui che sogna, pena andare incontro a grandi delusioni. Per anni ho inseguito sogni che servivano solo a riempire vuoti interiori. Non me ne rendevo conto. Solo chi conosce se stesso può avere la certezza che ciò che desidera lo renderà davvero felice.

Sperimenta questi cinque punti e se vuoi fammi sapere come va. Lascia un commento per ogni dubbio, domanda, o anche solo per un pensiero o un saluto mi farà piacere.

Grazie di avermi letto e arrivederci al prossimo Spiraglio. 

Come attirare abbondanza nella propria vita

[1] Echart Tolle, Il Potere di adesso, My life edizioni

[2] Joe Dispenza, Cambia l’abitudine di essere te stesso, My life edizioni